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81 i Comuni Rifiuti Free in Abruzzo, un quarto del totale

Rifiuti in Abruzzo: differenziata ferma al 64,4% e aumentano i Comuni non ricicloni.
Legambiente: “Serve un cambio di passo deciso verso l’economia circolare”
Accelerare la transizione verso un sistema di gestione dei rifiuti moderno ed efficiente e sostenere una svolta più decisa verso l’economia circolare superando la situazione di stallo della nostra regione. Questo quanto emerge dal dossier annuale "Comuni Ricicloni Abruzzo" di Legambiente, presentato oggi nel corso della VII edizione dell’Ecoforum Abruzzo - Economia Circolare 2030, Priorità, cantieri e strumenti per raggiungere gli obiettivi europei, tenutasi oggi a Pescara.
Mentre i dati mostrano un livello di raccolta differenziata sostanzialmente invariato con il 64,4% (+0,2% rispetto all’anno precedente) su base regionale, si registra un aumento della produzione di secco residuo, che si attesta a 166,6 kg/anno per abitante (+7,8 kg rispetto al 2022). Preoccupa, inoltre, il calo dei Comuni Rifiuti Free, che coprono 8,6% degli abitanti della regione, scesi a 84. con una perdita di ulteriori tre unità rispetto all’anno precedente, , confermando il trend di discesa degli ultimi anni, e l’aumento dei Comuni non ricicloni, che a quota 81, rappresentano ora il 26,5% del totale.
Sostanzialmente invariati anche i dati delle quattro province - con la provimcia di Chieti al 73,7% di livello di raccolta differenziata (-0,7% rispetto all’anno precedente), quella di Teramo al 65,6% (-0,2%), seguite da L’Aquila al 61,6% (+0,7%) e Pescara con il 55,0 % (+ 1, 2%) - mentre nei capoluoghi si confermano i risultati di Teramo (72%) e Chieti (68,2%), ma in entrambe le città aumenta la produzione di secco residuo, seguite da Pescara (48%) e L’Aquila (44,5%).
Proprio per sottolineare la necessità di un deciso cambio di passo, l’edizione 2024 di "Comuni Ricicloni Abruzzo" ha scelto di premiare esclusivamente i Comuni Rifiuti Free (raccolta differenziata maggiore o uguale al 65% e indifferenziato annuo al di sotto dei 75kg per abitante), riconoscendo l’impegno di quelle amministrazioni che mantengono e migliorano i loro target, pur continuando a sostenere a sostenere i tanti Comuni Ricicloni (raccolta differenziata maggiore o uguale al 65%), nel
centrare ulteriori obiettivi.
Riconoscimenti sono stati assegnati anche ai Comuni costieri e alle Aree Protette che hanno superato il 65% di raccolta differenziata, sottolineando per sottolineare la loro peculiarità, sia dal punto di vista dello sviluppo di un turismo
realmente sostenibile che da quello di una programmazione e un coordinamento tra Enti, che garantisca l’opportuno equilibrio tra conservazione e necessità di impianti e infrastrutture che riescano a garantire in tutti i territori una chiusura della filiera a km0.
“La VII edizione dell’Ecoforum Abruzzo ha dimostrato ancora una volta - dichiara Silvia Tauro, presidente regionale di Legambiente - quanto sia urgente e imprescindibile un cambio di passo nella gestione dei rifiuti nella nostra Regione. Non possiamo più tollerare inefficienze e ritardi che rallentano il passaggio a un’economia circolare. La dipendenza dalle discariche va superata con investimenti mirati in impianti moderni riducendo gli impatti ambientali e chiudendo il ciclo dei rifiuti a livello locale. Le risorse del PNRR rappresentano un’opportunità irripetibile, ma senza una programmazione seria e una visione chiara, rischiamo di vanificare tutto. La Regione deve dimostrare responsabilità e determinazione, mettendo in atto politiche concrete e tempestive, a partire da una revisione del Piano Regionale dei Rifiuti, che tenga davvero al centro la circolarità.”
L’economia circolare non solo come necessità ambientale, ma come una leva per lo sviluppo sostenibile del territorio, come emerso anche dalle best practices raccontate durante il convegno: da CONAI - Consorzio Nazionale Imballaggi a Biorepack - Consorzio del Riciclo della Bioplastica Compostabile e DNA Ambiente - Digital Ecosystem, un’ecosistema digitale di soluzioni integrate per la gestione ambientale che crea una catena di valore sostenibile per i clienti, fino a Civeta ed Ecolan, tra Green Community e progetti sociali di impatto sulla comunità.
Evidente come per garantire che questo processo avvenga in modo corretto, è indispensabile un sistema di controllo pubblico rigoroso, che assicuri trasparenza e qualità degli interventi, stimolando il dialogo con le comunità per promuovere la partecipazione dei cittadini e garantire che ogni progetto venga realizzato con criteri di massima sostenibilità e attenzione alla salute pubblica.