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XVI edizione di Comuni Ricicloni Puglia

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16 gennaio 2025
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La Puglia continua a camminare lentamente lungo il percorso dell'economia circolare e della raccolta differenziata, ma è arrivato il momento di correre. E' infatti la sestultima regione d'Italia per percentuale di raccolta differenziata con il 59%, a fronte di una media nazionale del 66,6%, secondo il Rapporto Rifiuti 2024 di Ispra. A Bari, presso Villa Romanazzi Carducci, si è svolta la IV edizione di Ecoforum “Economia circolare 2030 – Priorità, cantieri e strumenti per raggiungere gli obiettivi europei”, organizzato da Legambiente Puglia, con il patrocinio dell'assessorato all'Ambiente della Regione Puglia e in collaborazione con il CONAI. Nell'occasione è stato presentato il dossier “Comuni Ricicloni Puglia”, giunto quest'anno alla sua XVI edizione.
Dal dossier è emerso che in quasi tutti i 257 Comuni pugliesi è ormai presente la raccolta differenziata e che, nonostante un lieve incremento rispetto allo scorso anno, il territorio nel suo insieme ancora non raggiunge il 65% di raccolta differenziata.
Il dossier quindi fotografa una situazione in lieve miglioramento rispetto all'anno precedente, quando in Puglia la raccolta differenziata si attestava intorno al 58,6%. Riflettori ancora accesi però sull'impiantistica debole: è infatti necessario incrementare il numero degli impianti, diventando così competitivi rispetto al resto del Paese.

Sono otto i Comuni RIFIUTI FREE, tutti con meno di 15.000 abitanti. Questi sono i risultati raggiunti in Puglia e analizzati nel nostro dossier Comuni Ricicloni – dichiara Nanni Palmisano, direttore di Legambiente Puglia - Restano inaccettabili i numeri della raccolta differenziata su Taranto e Foggia. A Bari il servizio porta a porta è partito in diversi quartieri, ma occorre accelerare per coprire l’intero tessuto urbano. Un discorso a parte meritano i Comuni costieri, su cui l’impatto antropico va gestito programmando in modo mirato il servizio di raccolta dei rifiuti. I numeri, che oggi abbiamo raccontato, sono sempre il risultato del lavoro sinergico fra le amministrazioni, i cittadini e le aziende di raccolta che operano sul territorio. Un ulteriore tassello è l’attività di controllo delle forze dell’ordine che ci permette di contrastare i fenomeni illeciti del ciclo dell’economia circolare.”

Non esiste economia circolare senza i nuovi impianti industriali che dobbiamo realizzare in tutto il Paese, a partire dal Centro Sud – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - É fondamentale realizzare in tempi brevi gli impianti per trattare l'organico differenziato per produrre compost e biometano, quelli per avviare a riciclo i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, recuperando le materie prime critiche e i prodotti assorbenti per le persone. Solo così fermeremo lo strapotere dei signori delle discariche e degli inceneritori che da sempre ostacolano le politiche virtuose”.

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