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Legambiente presenta la prima edizione di Parchi Rifiuti Free

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20 gennaio 2023
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Da un lato promuovere la corretta gestione dei rifiuti nei Comuni delle aree naturali protette che hanno percentuali di raccolta differenziata ancora troppo bassi; dall’altro avviare - d’intesa con le aree protette - azioni di riduzione dei rifiuti attraverso la gestione virtuosa dell’intero ciclo, garantendo la tutela dell’ambiente e del territorio e qualificando l’offerta delle strutture e delle località turistiche delle aree protette. Risponde a questo duplice obiettivo “Parchi Rifiuti Free”, il nuovo dossier di Legambiente che fotografa, nei Comuni situati nelle aree di maggiore pregio naturalistico, performance ancora insufficienti nella gestione dei rifiuti e in particolare della raccolta differenziata, nonostante tutte le amministrazioni italiane avrebbero dovuto raggiungere l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata entro il 31 dicembre 20121. Molteplici gli effetti negativi: i rifiuti abbandonati e la non corretta gestione dei rifiuti urbani diventano non solo un detrattore ambientale e un rischio per la fauna selvatica protetta; ma impattano anche sull’attrattività turistica, condizionando in negativo il giudizio di chi visita questi luoghi, e scoraggiano il turista attivo che sceglie vacanze sostenibili basate sull’economia circolare, la mobilità sostenibile e, in generale, tutte quelle azioni che contribuiscono a ridurre le emissioni climalteranti e a rendere più green la propria esperienza turistica.

I dati di Parchi Rifiuti Free. Nel dossier il cigno verde rielabora i dati Ispra relativi al 2021 sulla raccolta differenziata di 498 comuni dei 24 Parchi nazionali che interessano 1.471.319 ettari di territorio protetto e una popolazione di 2.789.748 abitanti, con 398 comuni con popolazione inferiore a 5 mila abitanti, 67 tra 5 e 15 mila abitanti e 26 comuni oltre i 15 mila abitanti tra cui anche 7 città capoluogo (Belluno, La Spezia, Livorno, Andria, Reggio Calabria, L’Aquila e Latina). Dei 24 Parchi nazionali solo in 9 i Comuni raggiungono l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata: Dolomiti Bellunesi, Pantelleria, Maiella, Cilento, Cinque Terre, Asinara, La Maddalena, Val Grande e Arcipelago Toscano. La percentuale media di raccolta differenziata di tutti i Comuni dei 24 Parchi Nazionali, invece, è ancora insufficiente e pari al 60,79%, cresciuta di appena il 3% tra il 2020 e il 2021.

Sono 265 i Comuni ricicloni segnalati da Legambiente per la differenziazione dei rifiuti (che superano il 65% di raccolta differenziata) e 87 i Comuni Rifiuti Free (in cui la produzione pro-capite di rifiuti avviati a smaltimento è inferiore ai 75 Kg/ab/anno). Tra il 2020 e il 2021 se i Comuni ricicloni sono aumentati del 9,3% (pari a 46 unità), sono rimasti stabili i Comuni Rifiuti Free. La miglior performance è del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi con una media dell’86,68%: un dato straordinario se si tiene conto che 13 dei 15 Comuni del Parco sono anche Comuni Rifiuti Free ed è l’unico Parco Rifiuti Free con una media di 60,14 Kg/ab/a. Migliora la performance anche del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise: nei 24 comuni analizzati - tra il 2020 e il 2021 - è cresciuta la raccolta differenziata del 20,56% e sono aumentati i Comuni ricicloni, passati da 5 a 9. E ancora tra i virtuosi il Parco nazionale della Maiella con 33 Comuni Ricicloni e 14 Comuni Rifiuti Free e il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni con 65 Comuni Ricicloni e 32 Comuni Rifiuti Free.

“Per raggiungere gli obiettivi al 2030 e favorire la transizione ecologica soprattutto nei parchi, territori ricchi di natura ma più esposti ai cambiamenti climatici, serve un cambio di passo con politiche territoriali efficaci e coerenti. – dichiara Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente – I dati di Parchi Rifiuti Free fotografano una situazione di forte ritardo di troppi Comuni e desta particolare preoccupazione la situazione dei 56 Comuni che hanno il 100% del proprio territorio in un Parco nazionale che sono, però, ben lontani, tranne rare eccezioni, dall’obiettivo del 65% di raccolta differenziata. Importante un patto tra parchi e comunità locali. Per realizzare la transizione ecologica è importante che i parchi, oltre a mantenere efficienti gli ecosistemi e tutelare le specie a rischio, non perdano la sfida di accompagnare i territori e le comunità locali verso scelte green e politiche di sviluppo innovative basate sulla qualità ambientale, la tutela della biodiversità e la coesione territoriale”.

Il cambio di rotta, secondo Legambiente, non può non passare dall’utilizzare al meglio le misure di sostegno previste dalla legge finanziaria 2021 (l.30/12/2020 n.178) che prevede per le ZEA (Zone economiche ambientali) dei Parchi nazionali un totale di 30 milioni per il biennio 2021-2022. Risorse importanti, che però i parchi non sono ancora riusciti a impegnare, anche a causa di una difficile applicazione della norma, e che andrebbero rimodulate e indirizzate nella giusta direzione per far raggiungere ai Comuni gli obiettivi previsti.

Importante poi per i parchi consolidare le azioni di tutela e investimento in buone pratiche di sostenibilità ambientale, promuovendo le Green Community2, diventando così veri e propri laboratori territoriali dello sviluppo sostenibile. Le Green community sono infatti uno strumento prezioso per rafforzare il supporto alle zone svantaggiate e realizzare progetti di valorizzazione delle risorse locali e favorirne un uso sostenibile; promuovendo la riconversione economica dei territori in chiave green - coerentemente con le vocazioni dei territori e con la missione del parco - dando spazio a un’economia low carbon per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.

Note metodologiche
Legambiente segnala i Comuni dei Parchi nazionali ricicloni più virtuosi nella differenziazione dei rifiuti (che superano il 65% di Raccolta differenziata-RD) ed i Comuni rifiuti free (secco residuo inferiore ai 75 kg pro capite all’anno) elaborati sulla base dei dati ISPRA relativi alla produzione dei rifiuti urbani nel 2021, segnalando quindi quelle realtà che, oltre ad aver raggiunto gli obiettivi prefissati dalla normativa, inviano il minor quantitativo di rifiuti inviati a smaltimento.

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1d.lgs. n. 152/2006 e la legge 27 dicembre 2006, n. 296d.lgs. n. 152/2006 e la legge 27 dicembre 2006, n. 296
2strumento operativo previsto dall’art. 72 della legge 221/2015